In un mondo come quello odierno, caratterizzato da un´enorme capacità di autodistruzione, imparare a vivere insieme rappresenta, forse, uno dei maggiori problemi dell´educazione. E', perciò, necessario concepire un´educazione che contribuisca a prevenire i conflitti e/o ad affrontarli pacificamente, sollecitando e sostenendo il rispetto verso l´altro: una nuova pedagogia.

Un insegnamento capace di valorizzare la persona nella sua interezza e di favorirne gli apprendimenti anziché mortificarla ed ostacolarla, deve prendere vita all'interno di una relazione improntata alla stima ed alla comprensione: in tal modo può contribuire alla costruzione di un'identità solida e serena, ricca di armonia e di equilibrio interiore.

E' necessario, perciò, favorire un clima relazionale generatore dello star bene a scuola pensando alla classe in maniera da scorgere ed interpretare il fitto reticolo di comunicazioni che si intrecciano. Si può insegnare solo se l'alunno è disposto e predisposto ad interagire con insegnante e compagni: solo intrecciando relazioni sempre soddisfacenti è possibile condividere quella particolare esperienza di relazione che si chiama conoscenza.

Ecco, allora, la necessità di costruire una didattica su misura per l´alunno, una nuova pedagogia attenta ai processi cognitivi ed ai ritmi di apprendimento, mettendosi dal suo punto di vista e ponendosi in relazione con lui all´interno di un gruppo in cui lui ha altre relazioni, alcune delle quali anche estranee all´insegnante.

L´azione didattica pone in relazione tra di loro insegnante, allievo e saperi come co-protagonisti della didattica: è necessario costruire le lezioni attingendo ai saperi personali di ognuno per adattare agli alunni della classe gli obiettivi da perseguire.

Ogni alunno, attraverso la fiducia in se stesso deve acquisire la capacità di riflettere sulle sue conoscenze: di conseguenza occorre cercare di attivare negli alunni le procedure, i processi che li conducano alla costruzione sempre più autonoma delle proprie conoscenze piuttosto che proporre contenuti omogenei che possono non interessarli e rischiare di disamorarli al sapere.

EDUCAZIONE LOGICO-MATEMATICA


Finalità primaria della matematica è contribuire a formare la cultura degli alunni per attivare competenze inderogabili nella società attuale, complessa ed in continuo cambiamento.

L´educazione logico-matematica rappresenta la capacità di comunicare coerentemente il contenuto delle informazioni, di intuire e di immaginare soluzioni, di porsi e di risolvere problemi, di progettare, di affrontare e di costruire modelli di situazioni reali, di sapere operare scelte opportune anche in situazioni di incertezza.

Stimolando la loro curiosità, gli alunni sono guidati a scoprire tutte le connessioni possibili con gli avvenimenti storici e gli ambienti geografico-scientifici collegati ai vari argomenti e, nel contempo, ad acquisire quel linguaggio formale specifico che permetterà loro di specificare "che cosa fanno e perché lo fanno": in tal modo si favorisce la capacità di attivare processi di sviluppo, di scoperta e di costruzione di concetti ed abilità con modalità personalizzata piuttosto che quella di acquisire contenuti preconfezionati e/o procedure standard.

In tal modo si pongono i ragazzi nelle condizioni di saper partecipare in maniera sempre più consapevole alla cultura ed alla vita sociale del nostro tempo in continua ed incessante evoluzione (o involuzione?).

Offrendo loro metodologie di studio ed aprendo la loro mente alla ricezione selettiva degli stimoli esterni, si attiva la loro motivazione a capire e ad operare costruttivamente, assumendosi le proprie responsabilità individuali e sociali, rispettando le regole di convivenza e divenendo progressivamente più capaci di "progettare" le proprie conoscenze e le conoscenze future.

Ecco che, allora, si deve dare maggiore importanza alla metodologia rispetto ai contenuti, per costruire una matematica "in evoluzione" ed attiva che renda ognuno capace di agire in prima persona, manipolando e provando, disponibile anche a sbagliare ed a ricominciare da capo pur di costruirsi personalmente concetti, conoscenze ed abilità.

La matematica va intesa quindi come "linguaggio della mente" di una nuova pedagogia, capace di leggere ed interpretare i diversi aspetti della realtà, di affrontare anche i "problemi di vita quotidiana e personale" abituandosi ad isolare l'essenziale, a ricercare strumenti per enunciare ipotesi di soluzione ed a verificarne la congruità teorica e pratica.

In tal modo la matematica diventa un modo per capire se stessi perché è una matematica che è anche immaginazione e creatività e non solo modalità di comprensione della realtà. La disciplina così proposta sviluppa in loro il gusto di misurarsi con i problemi (e con le consegne in genere) mantenendo un atteggiamento creativo ma rigoroso e maturando, nel contempo, il gusto della libertà di pensiero e dell'impegno personale come risposta alla curiosità cognitiva.

Così si forma un pensiero che, entrando in relazione con il linguaggio, sa rigenerarsi continuamente in termini di progettazione, ipotesi, argomentazione, ampliamento ed integrazione delle proprie tesi attraverso il confronto, per giungere alla capacità di sapersi contrapporre in maniera ragionata a tesi differenti espresse da altri.

Afferma Vygotsky: " La parola privata del significato non è una parola. Essa è suono vuoto e, conseguentemente, il significato è una componente indispensabile della parola. Esso è la parola considerata nel suo aspetto interiore.... Ma il significato della parola sul piano psicologico ... non è altro che una generalizzazione o un concetto. Generalizzazione e significato della parola sono dunque sinonimi. Ma qualsiasi generalizzazione, qualsiasi processo di formazione di un concetto costituiscono senza dubbio l'atto più specifico e più autentico del pensiero" (Vygotsky, Pensiero e linguaggio, Giunti e Barbera, Firenze 1954)

Contenuti ed abilità, in questo contesto, perdono la loro centralità ed il loro carattere di obiettivi finali essenziali dell'azione didattica e diventano strumenti e supporti all'azione del pensiero.

In questa metodologia trovano spazio l´utilizzo di svariati materiali, la valorizzazione delle risorse personali di ricerca e di risoluzione, il confronto, la conversazione e la discussione collettiva ed il lavoro di gruppo in cui ogni bambino diventa protagonista del proprio sviluppo attraverso osservazioni, domande, dubbi e scoperte che gli consentono di intuire concetti non ancora affrontati, proseguendo nel cammino della conoscenza in modo significativo per sé e stimolante per gli altri.

Applicare questa nuova pedagogia non significa trascurare le tecniche operative e gli aspetti che caratterizzano la matematica tradizionale ma solo porsi in atteggiamento di costante apertura alla collaborazione ed al "nuovo" che avanza, pronti a cogliere selettivamente gli stimoli più idonei alla interiorizzazione "personale" di concetti, conoscenze, competenze ed abilità operative.

La matematica diviene, al contrario, una sorta di "avventura" conoscitiva che il bambino vive visceralmente e che lo rende capace di pensare al proprio futuro e di affondarlo.

Alla fine del percorso egli è in grado di prevedere, prevenire, progettare, operare cambiamenti, ed è disponibile a ricominciare, a verificare in progress il suo percorso e valutarne la congruità ma nel massimo rispetto del suo "essere persona" creativa, capace di scelte personali che, comunque, vive in un ambiente reale in cui le relazioni potrebbero essere capaci di stimolarlo e di appagarlo ma anche di ostacolarlo e di frustrarlo: attraverso una formazione capace di renderlo contemporaneamente recettivo e selettivo, lo si prepara ad affrontare le sfide della vita.

La matematica riveste, dunque, un ruolo determinante nella formazione completa della personalità dell´individuo, sviluppa appieno il proprio potere formativo se aiuta l´alunno ad usare le conoscenze proprie della disciplina per sviluppare le sue precedenti abilità. L'azione didattica deve utilizzare ciò che il bambino ha appreso nella sua esperienza extrascolastica e non banalizzare i suoi saperi per non correre il rischio di scolarizzare troppo sapere e relazioni.

La progettazione delle attività didattiche deve, perciò, offrire agli alunni svariate occasioni per lo sviluppo globale della persona che interagisce attivamente con la cultura.

La "forma mentis" che la scuola deve far acquisire agli allievi è quella che permette loro di porsi e di risolvere problemi veri: non può limitarsi alla risoluzione di problemi che, in realtà, sono esercizi. E' necessario, infatti, proporre la risoluzione di problemi autentici che possono veramente contribuire alla formazione globale anche al di là delle competenze strettamente matematiche ed allenarli al gusto della ricerca di soluzioni alternative per essere pronti ad agire con maggiore sicurezza anche davanti alle sfide della vita quotidiana.

L'itinerario didattico parte dalla manipolazione e dalla problematizzazione della realtà per giungere alla formalizzazione attraverso il costante uso del corpo che si muove in un ambiente di apprendimento ricco di stimoli e di materiali strutturati e non. Prosegue attraverso la proposta di attività capaci di allenare la creatività nella ricerca di soluzioni alternative ogni volta che ciò è possibile, tenendo presente l'obiettivo finale dell'educazione che è quello di formare persone consapevoli ed in grado di muoversi consapevolmente nella vita quotidiana districandosi abilmente tra proposte positive da accogliere e lusinghe illusorie da evitare.

Consapevole che la molla che fa scattare il comportamento umano è la motivazione, si favorisce l´instaurazione di un clima aperto e ludico in cui si socializzano esperienze e scoperte attraverso le fasi psicomotoria, manipolatoria, iconografica e simbolica: nel contempo, si accompagnano i ragazzi verso una crescente indipendenza per dar loro la possibilità di elaborare, interiorizzare e consolidare i concetti e le abilità conseguite.

Per personalizzare l'insegnamento gli alunni vanno costantemente "osservati" per:
- prendere atto degli errori effettuati dagli alunni e riflettere su di essi;
- comprenderne le cause (distrazione, incomprensione delle consegne del compito da svolgere, personali convinzioni, problemi di vario genere,...);
- prendere atto delle preferenze e degli atteggiamenti postivi e costruttivi riscontrati in ciascuno;
- comprendere le dinamiche del gruppo;
- analizzare le forme e le funzioni dei conflitti;
- studiare i meccanismi di integrazione e di emarginazione.

Occorre adoperarsi per creare un clima di collaborazione didattica che:
- stimoli la motivazione ad apprendere;
- permetta di affievolire l'ansia per vivere con un interesse più intrinseco le prove di verifica-valutazione;
- avvii il processo di autovalutazione fondamentale per il miglioramento delle acquisizioni.

E' necessario che l'insegnante tenga conto degli aspetti psicologici dell'apprendimento, utilizzando il proprio ruolo di "facilitatore" nell'istituzionalizzazione e nel ricontestualizzazione dei saperi, partendo dalle conoscenze degli allievi.

Va posta particolare attenzione al contesto dell'apprendimento: per fare ciò, bisogna progettare e proporre le attività in campi di esperienza sempre significativi e predisporre l´ambiente fisico e psicologico più idoneo per far sentire ciascun alunno a proprio agio nell´espressione delle idee, delle conoscenze e nell´applicazione dei procedimenti esecutivi.

Per rendere i bambini sempre più consapevoli dello scopo e del significato del processo di apprendimento che va creanto pensando a ciascuno di essi, occorre stimolare le loro risorse intellettuali e le capacità di invenzione del loro "sapere", guidarli a rinforzare le loro conoscenze man mano che vengono acquisite, aiutarli a sistematizzarle ed a riordinarle nella loro mente per costruire consapevolmente gli apprendimenti per il loro futuro.

ACCERTAMENTO DELLE ABILITA'


All'inizio dell´anno, prima di iniziare il percorso che conduca all´acquisizione dei nuovi obiettivi, va valutato attentamente il livello complessivo delle competenze di base proposte nella classe precedente. Prima di avviare la programmazione relativa alla classe, è necessario controllare la permanenza individuale delle abilità e dei concetti affrontati in precedenza per individuare la necessità di eventuali recuperi.

Per individuare la situazione di apprendimento sulla quale si fonda l´articolazione delle strategie didattiche collettive ed individualizzate, nei primissimi giorni di scuola, vanno proposte attività tese ad accertare le abilità d´ingresso, in relazione agli obiettivi specifici e alle competenze affrontate nel precedente anno di scuola e previste dalla programmazione.

VERIFICA E VALUTAZIONE
Verifica e valutazione sono elementi imprescindibili nell´attività didattica e non solo adempimenti burocratici. Prima di affrontare un qualsiasi gradino dell´apprendimento, occorre accertarsi che ciascun alunno abbia conseguito ad un livello accettabile concetti e a competenze precedenti; solo dopo si procederà a compensare eventuali ritardi per consentire a ciascuno di raggiungerli al massimo grado a lui possibile e mettere tutti gli alunni nelle condizioni di effettuare il passo successivo.

EDUCAZIONE MOTORIA
La corporeità e la motricità sono fondamentali nella conoscenza di se stessi e del mondo circostante, quindi occorre riaffermare con forza il valore della corporeità. La conoscenza delle cose e degli altri, collocati in una dimensione spazio-temporale specifica, acquisita attraverso i sensi, potenziata ed interiorizzata dall'ascolto dei propri messaggi corporali ed il movimento del proprio corpo, è cardine per lo sviluppo equilibrato della persona sia nella sua accezione morfologico-funzionale sia in quella cognitiva, relazionale, comunicativa ed operativa.

L´educazione motoria e sportiva ha un riflesso positivo anche negli altri ambiti disciplinari perché non promuove solo il movimento ma, soprattutto, sviluppa il processo formativo globale. Essa stimola le giuste sensazioni di gratificazione, contribuisce in modo determinante all´acquisizione delle regole di convivenza civile e stimola lo spirito di collaborazione e di gruppo ed il rispetto delle regole; favorisce la conoscenza della corporeità fisica e dell'interiorità attraverso lo sviluppo della capacità di comprendere e di esprimere al meglio, grazie alla maggior consapevolezza acquisita , sensazioni ed emozioni.
Il bambino, attraverso l'educazione motoria:
- afferma la propria identità, conoscendo se stesso e le proprie capacità;
- entra in relazione con gli altri acquisendo diverse tecniche comunicative, assumendo un corretto ruolo di bambino sociale, interiorizzando i concetti di solidarietà, di rispetto e di tolleranza;
- acquisisce un salutare stile di vita.

Finalità primaria della scuola elementare è la crescita armonica dell'alunno. Per l'intero quinquennio è essenziale che tutte le attività fisiche abbiano uno stile giocoso e privilegino l'aspetto ludico, evitando la ricerca ansiosa dei risultati. Attraverso il gioco il bambino scopre se stesso, intreccia relazioni, matura curiosità ed attenzione verso il mondo e le conoscenze e sviluppa atteggiamenti di riflessione sulle proprie esperienze e di rispetto verso se stessi e gli altri.

Partendo dal gioco individuale libero e creativo attraverso il gioco organizzato e lo sport impara il gioco delle regole ed i principi fondamentali di solidarietà e di cooperazione. Lo sport inserito nell´ambito dell'educazione motoria per offrire a ciascun alunno la possibilità di praticarlo è, infatti, uno strumento che può aiutare il bambino ad acquisire strumenti di giudizio che lo rendono capace di valutare azioni, atteggiamenti e comportamenti propri ed altrui e a favorire il passaggio dall´individuo egoista, centrato su se stesso all'individuo sociale, aperto alla relazione.

Attraverso lo sport l'alunno sviluppa la capacità di superare le difficoltà, la consapevolezza delle proprie possibilità, delle proprie abilità e dei propri limiti, acquisisce un sistema specifico di regole, adotta un codice di comportamento improntato alla lealtà ed all´impegno ed impara ad a rispettare l'avversario e ad accettare la sconfitta.

Lo sport nella scuola deve mantenere la caratteristica ludica ed educativa. Poiché potrebbe essere controproducente la specializzazione precoce, la scuola deve indirizzare gli alunni alla pratica di varie attività fisiche, capaci di favorire tutti gli arti, utilizzando in tal senso esercizi legati a pratiche sportive di gruppo come basket, baseball e pallavolo.

Gli atleti-allenatori che affiancano l'insegnante devono saper gestire le lezioni di motoria con grande professionalità: sviluppare le capacità personali di ciascun alunno, collegandole all'importanza del risultato della gara, condurre ciascun alunno a vivere competizione ed agonismo in modo sano cioè anche come strumento per indirizzare costruttivamente un'eventuale aggressività.

L´educazione motoria entra a pieno titolo nel quadro di quel processo di sviluppo totale della persona nella sua accezione di corpo - mente - rapporto con l´ambiente che, in correlazione con l´educazione intellettuale, morale e sociale, costituisce l´educazione globale.

Risponde al bisogno primario dell´alunno di vivere esperienze gratificanti, piacevoli, coinvolgenti, da vivere con partecipazione emotiva, gioia, allegria, divertimento.

Agisce sulle dimensioni morfologiche, funzionali, intellettivo - cognitive, affettivo - morali e sociali del corpo. Infatti, contemporaneamente, ne stimola lo sviluppo e l´efficienza attraverso l´esercizio fisico e ne matura la consapevolezza del "vedere e sentire", analizzare e filtrare stimoli, elaborandoli e memorizzandoli prima di agire.

Attraverso il corpo, dunque, evolvono sia i processi fisici e fisiologici, sia quelli che sottendono allo sviluppo ed alla maturazione di tutte le sfere della persona che vanno da quella cognitiva, a quella sociale, a quella affettivo - motivazionale.